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Nel 2013 Paso Lavoro apre il progetto Ortografia sociale per creare un orto dove svolgere tirocini lavorativi per persone svantaggiate e laboratori educativi per le scuole. L’attività nasce sul terreno dell’Istituto Viganò, scuola superiore di Merate, in collaborazione con la Provincia di Lecco. Da allora il progetto è cresciuto e ha visto la partenza di altri spazi agricoli come L’Orto di Cernusco, nato nel 2017 con l’ambizioso obiettivo di costruire una rete solidale e inclusiva dove il tirocinante può essere accolto, inserito e, nel pieno rispetto delle sue abilità e peculiarità, seguire un percorso di crescita professionale e personale. Al riparo dalla confusione del centro di Cernusco, all’ombra del bosco di faggi e castagni voluto dal fondatore di Technoprobe e tra le colorate prose fiori, verdure, legumi e frutti di bosco sorge questa piccola comunità di una ventina di persone, dove si respira un’atmosfera semplice e genuina, frutto però di un delicato e costante lavoro di cura e di ascolto. Ed è qui che approda Massimo Riva, Max per gli amici, nel 2019. E da qui, oggi, spicca il volo per proseguire il suo cammino. Le sue parole sono una
fotografia schietta e profonda di ciò che è la mission de “L’Orto di Cernusco”.
Grazie Max! In bocca al lupo…
Max: “Questa è stata un’esperienza bellissima, ho imparato tante cose, soprattutto ho imparato a stare con la gente che è una cosa bellissima per me. E poi anche il lavoro (…) il lavoro nei campi e la produzione, la raccolta, la cernita. Sia all’Orto che alla Novatex (azienda con cui Paso Lavoro collabora e presso la quale Max ha partecipato alla creazione di un orto aziendale) con le sue vasche dove crescono le verdure.”
Max (sorride e annuisce): “Sì, per un mese e mezzo ho raccolto gli asparagi ed è stata una bella esperienza perché ho imparato tanto. Era un prodotto nuovo che non avevo mai raccolto e poi lavoravo con Luca, su un terreno nuovo, con persone nuove. E anche questa è stata una buona esperienza.
Max (serio): “Sì, sì, molto! Perché avevo anche i miei problemi, esageravo con alcuni comportamenti che non mi facevano bene. Adesso, anche grazie al lavoro, non ho più questi problemi.
Max: “Ne ho superati tanti di problemi in questi ultimi anni: la malattia della mamma, la sua morte, la pandemia,… E mio papà che tutto di un botto si è ritrovato a far da mangiare, (…) abbiamo fatto tante cose che non facevamo prima. Però adesso oramai ci siamo rassegnati, lei è morta e ognuno fa la sua parte. Ci siamo stretti un pochino di più, anche con mio fratello con cui prima non parlavo. Oggi ha telefonato per sapere del colloquio di lavoro che ho fatto con la cooperativa di Galbiate; ha domandato a mio padre di me e mio padre ha detto che sono stato fortunato perché mi hanno preso.”
Max (riflessivo): “Sì, me lo sono meritato. Ho lavorato sodo; se penso a quando ho iniziato a lavorare qui alla Paso e non avevo mai fatto questo tipo di lavoro! Ho imparato davvero tanto da questa esperienza. Alle volte avevo un pò di mal di schiena, ma sono sempre venuto a lavorare, (L’Orto) mi è servito (…) Lavorare ha delle regole; c’è il rispetto dei colleghi, degli orari, ma
per me è sempre stato così, sia alla Paso che negli altri lavori. Non so quanti anni sono che non faccio l’influenza o che non sto bene. L’unica cosa che alle volte sento è il mal di schiena, ma con una doccia calda, non passa del tutto, però, aiuta.”
Max (serio): “Eh… mi aspetto tanto.”
Max: “La compagnia, il gruppo, prima di tutto! E poi il lavoro, naturalmente. E poi spero tanto che mi facciano ancora “andare a fare i cestini” che a me piaceva tanto (ndr. attività di sostituzione dei sacchetti dell’immondizia presso luoghi pubblici). Avevo già lavorato nella cooperativa dove andrò la prossima settimana anche se ora c’è tanta gente nuova, ma conosco bene il responsabile. Dovremo tagliare l’erba, piantare verdure come qui e curarle, d’inverno taglieremo la legna con la motosega. Io spero di tagliare l’erba, ma seguo quello che mi dicono di fare, è importante. Alla nuova cooperativa ho incontrato e parlato con Nadia (…),
la mia referente di prima che mi ha detto che mi trova bene. Gli ho detto che ho risolto i miei problemi e che mi fa bene essere impegnato, come qui alla Paso. Perché io, prima (di lavorare alla Paso) sono stato un anno a casa a far niente e prendevo i farmaci per l’ansia.”
Max (sorride e annuisce con la testa): “La cosa più bella è il gruppo che c’è, con i ragazzi vado d’accordo con tutti. Però per la cosa più brutta non saprei…perché mi sono sempre trovato bene. Sono molto contento perché mi hanno dato responsabilità. Per esempio, il lavoro che sto facendo adesso (cfr. piantare i semi e travasare le piantine) lo sto facendo da solo, nessuno mi controlla e spero di poter fare lo stesso anche a Galbiate. Il mio sogno da realizzare andando in quella cooperativa è quello di imparare bene e fare anche il responsabile. Se loro lo decidono..
Seguire un gruppo di ragazzi, lavorando con loro logicamente…insegnando alle persone nuove e far (loro) imparare il mestiere.”
Max (sorride): “Vorrei ringraziare Maurizio (ndr. responsabile del progetto L’Orto di Cernusco) perché ha telefonato a Samuele, il mio responsabile in provincia e ha detto che mi comporto bene, che sto lavorando bene e questa per me è una grande soddisfazione (…) Ho fatto tante belle cose in questi ultimi tempi, tanti passi importanti; ho comperato una casa, adesso
manca solo l’arredamento. Per il momento però non mi trasferisco e resto a casa con mio padre perché ha qualche problema di salute e ha bisogno di me. Poi voglio comprarmi una macchina così sono indipendente. Ho superato anche momenti difficili e devo dire grazie a mio papà perché se non c’era lui, non riuscivo nemmeno a venire qui (al lavoro). All’inizio però mi accompagnava mia mamma, poi mio papà…